SUA MAESTÁ LA CAMELIA

Ricordo come Gabrielle Chanel
non avesse mai detto perché ero il suo fiore preferito.

Anche se, per la verità, certe cose
non c’è bisogno di dirle…

ricordo che, all’età di 13 anni,
la giovane Coco avrebbe detto di essere stata

profondamente toccata dall’interpretazione di Sarah Bernhardt
nella pièce teatrale La signora delle camelie.

Ricordo che Marcel Proust
e i suoi amici dandy

solevano appuntarmi
sul risvolto della giacca

come simbolo di ricercata raffinatezza,
coesione e ambiguità.

Ricordo quando Coco
rivisitò il jersey

e i pantaloni ispirandosi
al vestiario maschile,

mi affrancò dagli occhielli
delle giacche degli uomini.

Ricordo che un giorno,
passeggiando lungo una spiaggia di Étretat,

le venne l’idea di lasciarmi scivolare
con disinvoltura nella cintura della sua chemise breton.

Ricordo che
mi amava anche perché

ero talmente delicata
da non emanare alcun profumo…

assicurando così alle donne
la libertà di scegliere la loro fragranza.

Ricordo anche quanto
ci assomigliavamo: io fiorisco in inverno,

sempre in anticipo di una stagione,
proprio come lei!

E poiché non perdo mai le foglie,
sono “irresistibile a tutte le età”.

Ricordo come Mademoiselle Coco
un giorno mi stupì,

quando, rispondendo a una donna che
le aveva chiesto che cosa volesse a colazione,

esclamò: “Una camelia!”.

Ricordo come Gabrielle
mi preferiva sempre in bianco,

per la mia capacità di illuminare,
in qualsiasi contesto, come un bouquet di luce.

Ricordo la prima volta
che mi appuntò

su uno dei suoi
abiti in chiffon,

nel 1923.

Ricordo come mi trasformava,
seguendo l’estro della sua fantasia:

mi ritrovai ricamata, stampata,
incisa, pieghettata, sfilacciata…

realizzata in chiffon satin,
organza, tweed, piume…

Ricordo i
primi diamanti

disposti come gocce di rugiada
sui miei petali immacolati.

Ricordo ogni anello,
spilla, fibbia, collier,

sautoir, orologio
e filo di perle.

Ricordo come mi dischiudevo sui materiali
più disparati: ceramica, onice, corallo, opale

madreperla, zaffiro, rubino…

Ricordo come
Karl Lagerfeld creò

il più straordinario degli abiti da sposa
con un tripudio di camelie.

E infine, ricordo come
i miei petali scrivono delle C perfette,

che intersecandosi
danno vita a una doppia C.

Ricordo che sono molto più
che una semplice camelia:

sono il fiore di CHANEL.

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